Da oltre 25 anni mi occupo di investimenti e in tutti questi anni sui mercati finanziari tante cose sono successe, tante sono cambiate…tante dinamiche sono cambiate.
Alcuni principi, alcune strategie, però sono rimasti gli stessi e sono ancora più che validi.
E proprio su queste 3 aree ho sviluppato le maggiori competenze e posso garantirti che le 3 strategie vincenti per i tuoi investimenti sono valide non solo per il 2024, ma anche per tutti gli anni a venire!
La prima strategia è la pianificazione finanziaria: che significa che prima di investire, in qualsiasi ambito, bisogna capire bene cosa si desideri realizzare e come si voglia ottenerlo.
Ogni bisogno, ogni obiettivo, ogni sogno ha il proprio orizzonte temporale e soluzioni specifiche per essere soddisfatte, proprio perché ogni diversa situazione deve essere approcciata nel modo più opportuno.
Voglio cambiare l’auto l’anno prossimo o voglio mandare a studiare all’università all’estero i miei figli di 4 e 7 anni? Capisci bene che sono obiettivi molto diversi che hanno bisogno di essere affrontati diversamente. E che ci consentono di essere “vissuti” diversamente.
E posso certamente aiutarti a costruire la tua pianificazione finanziaria e a mantenerla aggiornata nel tempo.
Proprio il tempo ci porta al secondo capisaldo quando si parla di investimenti: la pazienza.
Termine che nessuno di noi sembra più avere: ci siamo forse troppo abituati a volere, e spesso ad avere, tutto e subito.
Ecco, quando si parla di investimenti invece, una buona dose di pazienza e’ ahimè ancora necessaria.
Senza preoccuparci più di tanto delle notizie, spesso contrastanti tra loro, da cui siamo quotidianamente inondati.
E anche in questo posso affiancarti: per gestire meglio gli stati d’animo che, nel tempo, più di una volta saranno messi alla prova.
Prendiamo adesso ad esempio il comportamento dell’investitore numero uno al mondo da oltre 60 anni: Warren Buffet.
Quali sono le 4 caratteristiche che fanno di Warren Buffett il miglior investitore di tutti i tempi?
- Distaccamento dal contesto economico
Buffett se ne frega del “contesto macroeconomico”: la sua filosofia è comprare business profittevoli con ottime prospettive nel tempo, non prezzi di azioni che nel breve termine oscillano su e giù.
- Orizzonte temporale lungo…lunghissimo
Certo, la veneranda età aiuta, ma il buon Warren ha titoli in portafoglio da oltre 20/30 anni!
Sai invece per quanto tempo l’investitore medio mantiene i titoli che acquista? Per meno di un anno…alla faccia della pazienza!!
- Capacità di resistenza alle discese dei mercati
La capacità di reggere ai cali è una caratteristica chiave di un buon investitore, e nel suo caso, dal momento che l’orizzonte temporale è quello visto sopra, non sorprende che mentre gli altri investitori entrano nel panico, lui sia contento di comprare a prezzi migliori.
- Quando il sangue scorre nelle strade, lui compra (davvero) a mani basse
Warren Buffett in ogni sua intervista mostra sempre la sua preferenza per i mercati in forte calo, perché così si compra meglio (certo, buoni business attentamente selezionati e con orizzonti corretti).
Guardando l’immagine, possiamo vedere infatti che la sua quota di liquidità sia diminuita fortemente nel 2022 (mercati scendono, lui compra) per poi risalire nel corso del 2023.
Il contrario quindi di ciò che normalmente gli investitori fanno, ovvero comprare sui massimi (quando il rischio è maggiore ed i rendimenti attesi sono scarsi) e vendere sui minimi (quando si verifica il contrario).
Senza la presunzione di diventare il nuovo Warren Buffett, se ti dicessi che esistono investimenti (la mia terza competenza di cui ti parlavo) che non solo fanno tesoro delle sue linee guida, ma che ti tolgono il “mal di pancia” di veder oscillare i tuoi investimenti?
Lo stesso Warren Buffett ripete sempre che “Il prezzo è quello che paghi. Il valore è quello che ottieni”.
Seguendo la logica del prezzo negli investimenti finanziari, ti esponi a regole determinate dalla variazione di domanda e offerta. Più ordini di acquisto (domanda) vengono inseriti sul mercato più il prezzo sale, viceversa quando le vendite (offerta) sono preponderanti, il prezzo scende. Questo è esattamente quello che provoca le oscillazioni quotidiane dei mercati finanziari quotati (Borse) che vengono spesso ulteriormente condizionati da fattori esogeni o da notizie negative inattese.
Focalizzarsi sul valore significa invece ricercare aziende e settori ad alto potenziale selezionando unicamente gli investimenti con le migliori prospettive di crescita. Questi investimenti agiscono sull’economia reale, concreta e mettono al centro il valore che le imprese hanno o possono generare nel tempo e non il prezzo che possono avere sul mercato.
Le aziende non quotate in Borsa rappresentano la stragrande maggioranza delle imprese esistenti e contribuiscono in maniera importante alla generazione del PIL mondiale.
Spesso si tratta di aziende con prodotti eccellenti che, con investimenti mirati e duraturi, esprimono un potenziale significativo. Il nostro compito è quello di ricercare e selezionare questo tipo di aziende e supportarle in piani di crescita di lungo periodo contribuendo al contempo allo sviluppo dell’economia.
Così, mentre gli investimenti tradizionali subiscono le oscillazioni derivanti dall’andamento del mercato, gli investimenti nelle aziende non quotate sono meno soggetti a speculazioni e rimangono legati invece al reale valore intrinseco aziendale.
Grazie a queste operazioni è possibile diversificare i propri investimenti, ottenendo anche risultati migliori rispetto ai mercati quotati. Tale extrarendimento è il premio riconosciuto per l’attesa, per la pazienza di cui ti parlavo prima; infatti i capitali sono impiegati con un orizzonte di lungo periodo.
Cerchiamo di capire meglio di cosa sto parlando:
Gli investimenti nei mercati privati sono gli investimenti diretti nelle azioni e nel debito delle imprese. Si differenziano dagli investimenti nei mercati pubblici che sono investimenti sempre nelle azioni e nelle obbligazioni delle imprese però quotate sui mercati.
Gli investimenti nei mercati privati consentono di investire direttamente nelle attività produttive, nelle attrezzature, nelle aziende per quello che è il loro business reale. Per questo talvolta si definiscono investimenti nell’economia reale.
Gli investimenti nei mercati privati hanno diverse caratteristiche che sostanzialmente portano ad un profilo di rendimento superiore a quello che normalmente ritroviamo appunto negli investimenti nei mercati pubblici. Innanzitutto gli investimenti nell’economia reale sono investimenti di lungo termine e quindi si riesce ad ottenere quello che normalmente si chiama un premio di illiquidità, il premio di essere pazienti appunto investendo su un orizzonte temporale esteso.
C’è poi un altro elemento che porta un rendimento superiore legato al fatto che si investe negoziando direttamente con le imprese a cui si partecipa nelle azioni e nelle obbligazioni e questo comporta l’opportunità di ottenere delle migliori condizioni di investimento e quindi un rendimento superiore.
E c’è un altro aspetto che è legato alla riduzione del rischio: potendo investire direttamente nelle società e non avendo il prezzo delle società che oscilla ogni giorno sui mercati, significa che c’è meno volatilità e quindi l’andamento del valore del portafoglio rimane più costante nel tempo.
Possiamo identificare quattro filoni di investimento nei mercati privati, il private equity, l’investimento diretto nelle azioni delle aziende, il private debt, l’investimento diretto in finanziamenti alle stesse aziende, il venture capital dove si investe ancora una volta nelle azioni, però di aziende “giovani”, che guardano soprattutto all’innovazione tecnologica e industriale e infine i real assets, gli investimenti in beni reali, concreti. I più comuni sono gli investimenti immobiliari, le auto d’epoca, gli orologi, le opere d’arte o qualsiasi altro bene che non ha una natura strettamente finanziaria.
Gli investimenti alternativi, in economia reale, si concentrano sulla profittabilita’ nel tempo delle aziende o dei beni acquistati, richiedendoti di mantenerli, se necessario, per molto tempo; senza essere distratto da variazioni di prezzo che diventano sempre più irrazionali e imprevedibili.
Di più: la pazienza richiesta ci consente anche (come in questo periodo) di “comprare bene” dopo un calo delle valutazioni.
E, proprio come Buffett, entrano nel cda di molte delle aziende in cui mettono capitali: un “controllo” e una guida dall’interno che i singoli investitori difficilmente possono avere sui titoli quotati che normalmente acquistano.
Diversificare il portafoglio con una percentuale di economia reale offre pertanto maggiore protezione e opportunità di guadagno.
Il fattore temporale gioca a favore di questi investimenti e i capitali investiti cumulano l’extrarendimento con il premio di illiquidità.
Quelli che fino ad oggi sono stati investimenti riservati esclusivamente ad investitori professionali o istituzionali, sono per la prima volta alla portata di tutti.
Avrai però a questo punto capito che è necessario un approccio diverso e più specialistico per poter pianificare gli investimenti in economia reale.
Sì perché anche se i mercati privati hanno un infinito potenziale di redditività, comportano anche dei rischi (che hanno però una soluzione):
intanto l’illiquidità: pur generando flussi di rimborsi periodici durante la vita dell’investimento, devono essere mantenuti a lungo e non possono essere liquidati.
Per questo è necessaria un’accurata pianificazione iniziale per valutare qual è la percentuale corretta che in base al patrimonio e alle tue esigenze può essere dedicata ai mercati privati.
Va attuata una strategia graduale e sistematica di investimento da articolare su più anni (diversificazione per asset e per vintage).
Bisogna considerare i flussi di reinvestimento e l’efficientamento fiscale ottenibile sfruttando la normativa esistente. (Detrazione IRPEF FINO AL 30% – Deduzione IRES fino al 30% – e per i privati, rispettando certi limiti, esenzione dell’imposta sul capital gain 26% e delle tasse di successione).
E bisogna pianificare anche gli altri asset che possano coprire i bisogni nel tempo che intercorre fino alla scadenza.
L’altro rischio è che le aziende selezionate possano perdere di valore o addirittura fallire.
Per questo è fondamentale avere un partner molto competente che faccia le valutazioni corrette.
E per questo ho scelto Azimut.
Con Azimut Libera Impresa in Italia ed Azimut Alternative Capital Partners a livello internazionale, negli ultimi dieci anni Azimut ha investito in maniera significativa per sviluppare una gamma di soluzione di investimento nei mercati privati a partire da sei centri globali da cui appunto ha una presenza diretta: l’Italia, il Lussemburgo, gli Stati Uniti, il Brasile, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti.
Come azienda ad oggi ha contribuito alla creazione di oltre 7.000 posti di lavoro investendo in più di 200 aziende in tutto il mondo.
E già da diversi anni offre le stesse opportunità agli investitori.
Nel 2022 Azimut e’ stato il soggetto privato che più ha investito nelle aziende italiane (secondo solo a Cassa Depositi e Prestiti, il fondo sovrano dello Stato italiano).
Pertanto competenza internazionale, partner strategici ed esperienza sono un fatto concreto.