(di Luca Lixi – protezionefinanziaria.com)

Uno degli sport nazionali più amati di recente è quello di dare la colpa di ogni male del mondo alla finanza e ai soldi.

  • I bambini che muoiono di fame in Africa? Colpa della finanza
  • Le scie chimiche? Colpa della finanza
  • Il surriscaldamento globale? Colpa della finanza
  • L’Inter che perde in casa contro il Cagliari? Colpa della finanza

Qual è la cosa più strana? Che non è totalmente falso.

C’è un distacco enorme tra l’economia reale – le imprese che producono e le famiglie che consumano e risparmiano – e la finanza.
La maggior parte delle distorsioni economiche e finanziarie dei giorni nostri sono attribuibili a “qualcosa” di più grande di noi. Qualcosa di incomprensibile e inafferrabile. 

Ma quel “qualcosa” non è la finanza, per come la intendo io.
(E tra poco ti spiego come la intendo).

Quel “qualcosa” sono le politiche monetarie delle banche centrali e la presenza asfissiante degli Stati nazionali a dirigere le economie nazionali (o sovranazionali).
I complottisti anti-euro, anti-ka$ta, anti-tutto fanno di tutta l’erba un fascio, generando una confusione inaudita.

Tu non fare il complottista, e seguimi in questo ragionamento.

Tutti gli investimenti finanziari sono cartastraccia?

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La mia risposta è NO.
Non tutti.

E te lo voglio dimostrare, con una breve premessa.

Cosa si intende per investimenti finanziari?

Quando investi del denaro sui mercati finanziari, indipendentemente dal prodotto finale che stipuli – sia un fondo comune di investimento o un ETF, una polizza vita o una gestione patrimoniale – i tuoi soldi possono finire, in ultima battuta, solo dentro uno di questi 5 contenitori: 

  1. Azioni
  2. Obbligazioni
  3. Valute (dollaro, yen, franco svizzero, dollaro australiano ecc.)
  4. Materie prime (incluso oro e argento)
  5. Liquidità (soldi liquidi, disponibili, cash)

Ok?

Il prodotto che la tua banca, il tuo promotore/assicuratore o il consulente ti proporrà sarà sempre un mix di questi 5 contenitori finali.

Il nome tecnico di questi contenitori è ASSET CLASS

Ora che lo sai, potrai ridere sotto i baffi quando cercheranno di confonderti le idee con fumosi termini in inglese.
Asset class = contenitori finali dove vengono depositati i tuoi soldi investiti

Quando il tuo assicuratore ti propone una polizza con capitale sicuro e rendimento garantito del 4%, devi sapere e ricordare che la polizza che ti propone sta investendo in uno di questi 5 contenitori.
Tendenzialmente, in obbligazioni.

Tutti i prodotti finanziari investono in questi 5 contenitori

Non esiste un prodotto finanziario magico che investe in un mondo incantato e fatato di rendimenti sicuri al 5%. E’ solo un’illusione creata ad arte per farti credere che i tuoi soldi non finiscano sui mercati finanziari, da te considerati speculativi.

Si investe comunque sui mercati finanziari. Nei mercati obbligazionari, eventualmente. Ma non cambia nulla.
Il campo da gioco è lo stesso per tutti. Non esistono altri campi disponibili.

Poi esistono gli investimenti reali, come gli immobili, le partecipazioni in azienda, i beni di lusso, l’oro fisico ecc.

Ma non sono investimenti finanziari, quindi oggi non ne parliamo.

Cosa diventerà carta igienica finanziaria e cosa non lo diventerà mai

Per semplicità, immagina e tieni in mente solo i due investimenti finanziari più conosciuti.

Le azioni                                                                       Le obbligazioni

Nelle classiche teorie di investimento, un portafoglio adatto ad un risparmiatore prudente, era costruito più o meno così:

  • Il 70% di obbligazioni, il 20% di liquidità, il 10% di azioni
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Questo perché, se sei italiano e hai più di 50 anni (ma anche se ne hai di meno), il collegamento mentale automatico è:

AZIONI

Scommessa, roulette, cattivi speculatori, Borsa, soldi bruciati, rischio elevatissimo

OBBLIGAZIONI

Sicurezza, guadagno basso ma certo, tranquillità delle cedole, titoli garantiti dallo Stato, rischio basso/nullo

Giusto?

Invece è sbagliato.
Non è più così.
Poteva essere vero sino a qualche anno fa.
Sino alla crisi del 2008.
Ma oggi non è più così.

Le facili equazioni:

  • Azione = alto rischio
  • Obbligazione = basso rischio (o rischio zero)

ma, ancor di più, il facile processo:

  • quando il prezzo delle obbligazioni sale, il prezzo delle azioni scende, e viceversa

non funzionano più.

Capisco che è contro-intuitivo e potrebbe essere shockante.

Mi dispiace, non è colpa mia.

Il nonno che ti guarda come un pazzo perché non hai fiducia nei titoli di Stato italiani

Il nonno che ti guarda come un pazzo perché non hai fiducia nei titoli di Stato italiani

Questo va a minare una delle poche certezze che i risparmiatori italiani pensavano di avere.

Se chiedi al nonno, affezionato ai cari vecchi BTP italiani (obbligazioni emesse dallo Stato italiano) ti guarderà come un pazzo e non crederà alle mie parole.

Ma a meno che non faccia Buffett, Lynch, Graham o Munger di cognome,  tuo nonno non mi risulta essere in elenco tra i più grandi investitori della storia.
Quindi, forse, è il caso che presti un po’ di attenzione a quello che sto per dirti.

L’80% delle obbligazioni in circolazione nel 2016 sono cartastraccia

O carta igienica finanziaria, se preferisci.

Ti spiego semplicemente, in poche parole, cos’è un’obbligazione. Così ci allineiamo subito!

L’obbligazione è un debito

E già partiamo male.

Ti piace la parola debito? A me no.

C’è un modo di dire che recita “Sei brutto come il debito”. Ci sarà un motivo?

Viviamo in un mondo dominato dal DEBITO

Il debito pubblico mostruoso e il debito delle imprese che non riescono più a rimborsare per difficoltà economiche, ad esempio. Lo stesso sistema monetario, da quando si è abbandonato il “sistema aureo” (o gold-standard) è un debito.  

Quando compri un’obbligazione, stai alimentando un debito.

E chi dovrà rimborsare questo debito, restituendoti i soldi che gli hai prestato + gli interessi periodici?

Tendenzialmente, uno Stato sovrano.

Italiano, Americano, Tedesco, Greco o di altre nazioni.

(può essere anche un’azienda, e in questo caso l’obbligazione si chiama “societaria” o “corporate”, ma per ora lascia perdere)

E’ considerata comunemente un’operazione senza rischio per questo motivo.
Il garante del pagamento di questo debito è uno Stato.

Figurati se uno Stato fallisce!

Ne sei proprio sicuro?
Grecia e Argentina non ti dicono nulla?

L’Italia nel Novembre del 2011, a un passo dal default, non ti dice nulla?

 

Ma perché sostengo che OGGI le obbligazioni sono cartastraccia?

Perché, in quel contenitore finale che ti ho detto, chiamato OBBLIGAZIONI GOVERNATIVE, sono confluiti miliardi e miliardi di nuovi euro, nuovi dollari e nuovi yen stampati dalle Banche Centrali.

Il croupier Banca Centrale che tira via le chips rimanenti sul tavolo con il bastone chiamato “Innalzamento tassi”

Il croupier Banca Centrale che tira via le chips rimanenti sul tavolo con il bastone chiamato “Innalzamento tassi”

Soldi nuovi di zecca (digitale) stampati con l’intento di ravvivare l’economia mondiale, ma che in realtà NON sono andati a finanziare imprese meritevoli per migliorare la loro attività imprenditoriale, ma sono andati a finire nelle obbligazioni governative, generando una BOLLA di dimensioni mai viste prima.

I valori delle obbligazioni in circolazione sono gonfiati artificialmente. 

Ma quegli stessi soldi, così come sono stati spruzzati con l’idrante dentro alle obbligazioni governative, verranno prima o poi nuovamente drenati dalle Banche Centrali.Verranno tolti dal sistema finanziario, nel classico meccanismo di espansione e contrazione che caratterizza le nostre economie moderne.Ti consiglio di non starci dentro sino ai capelli quando questo capiterà.
Potresti farti molto, molto male.

Quindi, torno alla domanda iniziale.

Tutta la finanza e gli investimenti finanziari sono cartastraccia?

No. Non tutti.

Gli investimenti in titoli di Stato, Stati nazionali che già hanno sfiorato il fallimento, che stanno continuando ad accumulare debiti su debiti, potrebbero diventarlo da qui a breve.

Ma io non posso accettare che le AZIONI siano considerate cartastraccia, come erroneamente considerato da chi fa di tutta l’erba un fascio e considera la finanza come la causa di tutti i mali.

Ripeto: è controintuitivo.
Finora, proprio l’investimento in azioni, l’investimento azionario, l’investimento in fondi azionari è stato considerato quando di più rischioso possa esistere.
Vengono considerate cartastraccia. Il motivo?

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Niente di razionale.

Solitamente, perché tuo cuGGino aveva comprato azioni tecnologiche ad inizio anni 2000, tutto eccitato per i guadagni che gli aveva prospettato suo cuGGino (quindi tuo cuGGino di secondo grado).

Quando la bolla è scoppiata (tutte le bolle scoppiano), tuo cuGGino ha perso un sacco di soldi in Borsa.
E’ stato un pirla, ed è rimasto (meritatamente) con il cerino in mano.

I suoi errori? Eccone alcuni?

  • ha comprato qualcosa che non capiva
  • ha comprato per speculare e non per investire
  • ha comprato ai massimi della bolla “dotcom”
  • ha comprato unicamente mosso dall’avidità e dall’euforia

Fammi controllare un’ultima  cosa.

No, nella “Hall of Fame” dei grandi investitori, oltre a tuo nonno, non c’è neppure tuo cuGGino.

Vuoi smetterla quindi di credere a queste leggende metropolitane?

Sai almeno cosa sono le azioni?

Pensi siano solamente un codice a Wall Street o un grafico su Yahoo Finance?

Pensi siano solamente uno strumento da analizzare o su cui speculare?
Pensi siano legna per il fuoco degli speculatori, quando non sanno che fare iniziano a “bruciare i miliardi in Borsa”?

Le azioni non sono  niente di tutto questo.

Le azioni sono semplicemente quote del capitale di una società per azioni

Comprando azioni, diventi socio di una società ==>

Le società sono imprese produttive ==>

Le imprese produttive sono l’unico motore di ricchezza e di progresso.

Non è più difficile di così.

E’ un po’ più articolato, ma il succo è questo.

Le imprese sono l’unico motore di ricchezza e di progresso.

Non il debito di uno Stato sprecone, corrotto e improduttivo.

Se pensi ancora che le azioni siano cartastraccia, automaticamente stai pensando che la libera impresa sia cartastraccia.

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E penso sinceramente che allora ti troveresti meglio nel Venezuela contemporaneo, in Unione Sovietica quasi 100 anni fa o in Romania 50 anni fa.

Ti sembra rischioso investire in questi strumenti?

Certo che lo è!

C’è il rischio imprenditoriale, che se sei un imprenditore o un libero professionista conosci molto bene perché lo fronteggi ogni giorno nella tua azienda.

Ma visto che c’è un rischio nell’investire in azioni, c’è anche un potenziale rendimento.
Potenzialmente elevato.

Esistono inoltre strumenti potentissimi per controllare e ridurre il rischio azionario, come l’orizzonte temporale, la diversificazione o il piano di accumulo.

Ma ne parlerò approfonditamente nei prossimi articoli.

Non sei ancora convinto che le azioni e la finanza NON siano cartastraccia?
Ti racconto l’ultima storia.

Immagina una giornata tipo:

Apri gli occhi, e dall’iPhone della Apple (o da un qualunque Samsung) controlli le email su Gmail di Google e le notifiche di Facebook e Whatsapp. 
Fai colazione con i cereali Kellogg’s e uno yogurt Danone, poi ti lavi i denti con il dentifricio Colgate e spazzolino Oral-B

Ti lavi utilizzando l’energia elettrica gentilmente concessa da ENEL.

Ti vesti: se sei un tipo sportivo, Nike o Adidas saranno le tue scelte preferite.
Se ti piace vestire elegante, Salvatore Ferragamo e Prada e Tod’s possono fare al caso tuo. 

Sei una donna? Borsa Louis Vuitton e profumo Dior possono andar bene.

Inforchi i tuoi occhiali da sole con lenti Luxottica ed esci pronto per affrontare la giornata.
Sali sulla tua macchina (Porsche? Ferrari? Rolls-Royce? Bmw? Mercedes? O semplicemente Volkwagen? Fiat? Renault?) e vai a fare le tue cose.

Paghi il casello con la tua Visa, o MasterCard, o American Express.

Entri in azienda.
Apri un file .pdf utilizzando Adobe, fai la prima telefonata usando il tuo abbonamento Vodafone, stampi un documento di Microsoft Word sulla tua stampante HP o Xerox. 

A metà mattinata scarti e mangi un cioccolatino Lindt, e proprio non resisti dal farti una Coca-Cola (o una Pepsi). Oppure un tea Nestlé. 

Ti distrai un po’: ordini un libro su Amazon e recensisci il ristorante dove sei stato la sera prima su TripAdvisor. 

Ti dirigi in aeroporto: prenderai un Boeing con la Lufthansa, Air France (O RyanAir)

Arrivato a destinazione, compri subito un gioco per tuo figlio prima di dimenticarti: Hasbro o Walt Disney, i suoi preferiti.

Hai ancora il vizio di fumare. I pacchetti si chiamano diversamente, ma fumerai comunque Philip Morris, Imperial Tobacco, British American Tobacco o Japan Tobacco International.

Sei stanco dopo il volo, e appena arrivato in albergo (della catena Marriott) decidi di farti una birra. Heineken o Carlsberg?
Anzi, preferisci un liquore. Qualunque cosa tu beva, 9 su 10 è Pernod Ricard.
Oppure, visto che sei legato alle tradizioni, ti fai uno Spritz Campari.  

Prima di andare a dormire, ti guardi una serie TV su Netflix e, visto che non stai benissimo, prendi una compressa di paracetamolo RocheNovartis o Pfizer.

Come ormai avrai capito, i brand che ho evidenziato e che utilizzi ogni giorno, tutti i giorni, in una giornata tipo, sono tutte aziende quotate in Borsa.
Aziende di cui puoi comperare le azioni.

Azioni di aziende di tutto il mondo.

Italiane, svizzere, tedesche, francesi, inglesi, americane.

Ogni acquisto e ogni utilizzo che fai di questi brand, stai partecipando impercettibilmente al successo di un’azienda quotata in Borsa, e al successo di chi investe comprando le sue azioni.  

Pensi ancora che tutte le azioni siano carta igienica, non solo le azioni della Procter & Gamble, tra i primi produttori al mondo di carta igienica?

Ora puoi andare. Sei libero e arruolato per zittire qualunque complottista che farnetica su argomenti che non conosce o non capisce.

Alla tua sicurezza finanziaria.

P.S.: investire in azioni, come già scritto nell’articolo, ha ovviamente un livello di rischio.
Come qualunque investimento, e come qualunque impresa.
Sconsiglio di investire in autonomia, perché tra tante buone azioni si nascondono sempre delle insidie.
Che tu non sarai mai in grado di rilevare in autonomia.
Un professionista degli investimenti può aiutarti a far questo.

(Fonte: protezionefinanziaria.com)