Il quadro europeo

Turchia e Brexit: regna l’incertezza

Settimana pasquale insolitamente densa di avvenimenti politici, sia attesi che non. A parte le recrudescenze fra Usa e Corea del Nord – una vicenda che si trascina oramai da anni – si è tenuto il referendum costituzionale in Turchia e la May ha chiamato nuove elezioni politiche in Inghilterra per l’8 giugno (evento non atteso). Ci sarà tempo, nelle prossime settimane, di analizzare questi avvenimenti e, soprattutto, di vedere se e come avranno riflessi sui mercati finanziari. Una considerazione che accomuna i due avvenimenti, però, va fatta subito: con il 51% dei voti non si può pretendere di apportare grandi cambiamenti con facilità. Nel caso della Turchia la vittoria risicata di Erdogan ne mina la legittimità, facendo gridare i manifestanti ai brogli elettorali. Nel caso della Uk, finalmente May si è resa conto che portare avanti la Brexit, votata solo da metà degli inglesi, senza una maggioranza robustissima – e non quella abbastanza risicata di oggi – è un’impresa improba. Il piano della May è ambizioso ma anche rischioso. Oggi i sondaggi danno il partito conservatore in grandissimo vantaggio su tutti gli altri partiti ma, se le elezioni si trasformassero in un nuovo referendum sulla Brexit, le cose potrebbero cambiare portando ad esempio tanti voti al partito liberal-democratico che si è apertamente schierato per il “remain”. L’esperienza del referendum italiano insegna che le consultazioni popolari, spesso, possono essere strumentalizzate.

Gli scenari di mercato

Un contesto dominato da grande volatilità

Per quanto riguarda i dati economici si è concluso il round riferito all’inflazione di marzo. In tutto il mondo i numeri sono sotto le aspettative, smorzando quella che è stata una tendenza in atto da 6 mesi a questa parte. Se anche in aprile e in maggio i dati sui prezzi saranno deboli, alcune dinamiche di mercato verranno seriamente riconsiderate e qualcuno tornerà a parlare di stagnazione (con logiche conseguenze sui prezzi di borsa). Ora, però, è troppo presto per parlarne e nel breve continua a dettare legge l’attesa delle elezioni presidenziali francesi, previste finalmente per questa domenica (23 aprile). Si ritiene che si potrà verificare gran volatilità fra i due turni – quindi fra il 24 aprile e il 5 maggio – ma anche che l’atteggiamento degli elettori fra la prima e la seconda consultazione potrebbe cambiare radicalmente, come già successo in passato, è andare verso una maggiore compostezza.

La posizione di Azimut

Anche Azimut, come dimostra la performance della massa stabile fra +1.70% e +2% da molti giorni, ha posizionato i portafogli per l’attesa del voto, limando nel complesso posizioni troppo sbilanciate e mantenendo un’esposizione relativamente moderata.

La poca volatilità di questi giorni, però, non deve trarre in inganno: già da lunedì i portafogli potrebbero mutare considerevolmente, in un verso o nell’altro.