La tecnologia nel portafoglio di  Buffett. L’Oracolo ha cambiato idea sui titoli del comparto o sono le aziende tecnologiche ad essere diventate value?

Se siete appassionati dei mercati da uno o due decenni e date un’occhiata a quanto accaduto dalla fine degli anni Novanta ai nostri giorni, probabilmente non riconoscerete molte delle cose ritenute ‘punti fermi’ fino a 10/20 anni addietro. All’inizio di questo millennio, l’investimento in titoli tecnologici era considerato sacrilego da parte dei gestori value (quelli che sono alla continua ricerca di società dai fondamentali solidi a prezzi convenienti). Lo scenario attuale mostra come anche i più convinti sostenitori del value abbiano allargato i propri orizzonti alle opportunità offerte dal settore tecnologico. Oppure sono alcuni titoli tecnologici che con il passare del tempo si sono trasformati in società simili a quelle value?

IMG_2171.JPG

Se volessimo guardare al portafoglio d’investimento dell’investitore value per eccellenza a livello planetario, punteremmo lo sguardo verso quello del Berkshire Hathaway, il veicolo d’investimento di Warren Buffett. Per quelli che non conoscono Buffett, basta dire che la sua capacità di far crescere il valore degli investimenti negli ultimi cinquanta anni è stata sorprendente, a tal punto da guadagnarsi il nome di ‘Oracolo di Omaha’.
Per molto tempo, Buffett ha sostenuto di non investire nei business tecnologici perché si tratta di modelli d’impresa da lui non ben compresi. Attualmente, se si guarda alle posizione detenute dal Berkshire Hathaway, ai primi posti non troviamo Alphabet, Facebook o Amazon, tuttavia, la quota di patrimonio destinata al comparto è cresciuta.

IMG_2168.JPG

L’esempio più chiaro di titolo tecnologico ad aver assunto delle caratteristiche tipicamente value è Apple. Alla fine del 2016, il titolo è entrato a far parte del portafoglio di Buffett. I dati pubblicati dalla società in questa settimana confermano la virata della società verso il value. Apple ha battuto le stime degli analisti sugli utili e ha guadagnato 11,029 mln in un trimestre, tuttavia, ha venduto meno telefoni rispetto alle attese. Il calo delle vendite si deve alla debolezza del mercato cinese e alla scelta di molti clienti di non procedere al cambio del proprio dispositivo mobile (in attesa del lancio dell’iPhone 8, che verrà commercializzato alla fine della prossima estate).

Ma cosa ha fatto Apple per superare questo momento non esaltante sul versante delle vendite e mantenere inalterato l’appetito degli investitori? La società ha adottato tecniche value: ha elevato il dividendo portandolo a 63 centesimi di usd dai precedenti 57 centesimi; ha destinato al riacquisto di azioni proprie 50 mld di usd.
Se osserviamo gli ultimi dati pubblicati da Berkshire Hathaway, notiamo che Buffett ha aumentato la propria partecipazione in Apple fino a 57.4 mln, quasi il 2% del capitale del colosso. L’idea si è rivelata buona visto che, da gennaio, il prezzo dei titoli Apple è cresciuto del 27%. Nello stesso periodo, il valore delle quote di Berkshire si è rivalutato del 3%.

IMG_2170.JPG

Apple non è l’unica scommessa tecnologica di Buffett. Nel portafoglio dell’oracolo troviamo altri titoli tecnologici ad elevata capitalizzazione come AT&T, Verizon, VeriSign, IBM e Intel. Tutte caratterizzate da modelli di business lontani da quelli utilizzati dieci o venti anni fa. Fatta eccezione per VeriSign, tutte hanno un P/e molto più basso rispetto a quello medio del Nasdaq e un rendimento da dividendo (dividend yield) uguale o superiore alla media del mercato.

IMG_2172.JPG