La recente crisi finanziaria ci ha più volte portato ad evidenziare le opportunità che queste situazioni -sicuramente difficili nel breve- possono portare nel medio/lungo periodo per chi avesse la disponibilità di risorse, il tempo e la visione per poter investire.

Queste riflessioni sono più ovvie e ampiamente documentabili sui mercati quotati, ma rimangono assolutamente valide anche per gli investimenti in economia reale, nei cosiddetti mercati privati.

Negli anni di crisi, anche la capacità di negoziare deal migliori da parte delle società di investimento in asset non quotati (fondi di private equity, fondi di venture capital, fondi di private debt, fondi di real estate) sono maggiori.

Proprio di questo ci parla Matteo Bruni, gestore del fondo di private equity Demos 1.

Questi i punti principali:

– nelle crisi passate i fondi di private equity hanno sempre riportato rendimenti più alti dei mercati quotati; di più, i rendimenti maggiori li hanno distribuiti proprio i fondi partiti durante una crisi;

– le operazioni che verranno concluse, lo saranno a prezzi più ragionevoli rispetto a qualche settimana fa;

– ci sarà più disponibilità da parte delle aziende a dialogare con i fondi di private equity;

– le aziende sane non crollano: di sicuro possono avere una flessione, un rallentamento, ma le aziende che già erano monitorate sono le più preparate ad affrontare questa crisi;

– anzi, avranno un grande vantaggio perché si troveranno ad affrontare un contesto con meno “attori”;

 il fondo Demos pertanto si trova nella condizione migliore per sottoscrivere, perfezionare ed eseguire nuovi investimenti.

Il fondo Demos 1 è ancora sottoscrivibile! Contattami per sapere come.