E’ tutto pronto per il primo Btp-Italia anti pandemia che partirà il prossimo 18 maggio.

Lo strumento di investimento è pensato in primis per i piccoli risparmiatori e i fondi raccolti serviranno alla copertura delle spese legate all’emergenza Covid-19 che lo Stato ha finanziato in deficit.

La durata del nuovo Btp-Italia sarà di cinque anni e il premio fedeltà per i clienti che acquistano il titolo in fase di emissione e lo tengono fino alla scadenza sarà dell’8 per mille sul valore nominale dell’investimento.

Pagherà cedole semestrali indicizzate al Foi (l’indice Istat dei prezzi al consumo), con un tasso reale annuo minimo garantito (che verrà comunicato il 15 maggio) a cui si aggiunge il recupero dell’inflazione maturata nel semestre.

Il rendimento del titolo sconterà l’abituale tassazione prevista per i titoli di Stato con aliquota del 12,5%.

Il rimborso avverrà alla scadenza nel 2025.

Presentazione standard1.png

Fin qui tutto bene…o forse no?

Anche se il nuovo BTP-Italia non è destinato esclusivamente ai cittadini italiani (come invece auspicavano alcuni esponenti politici), il piccolo risparmiatore retail è senza dubbio l’obiettivo principale di questa emissione.

E non è detto che sia una buona idea: vediamo perché.

La proposta che gli italiani possano portare “l’oro alla patria” è probabilmente quanto di peggio si possa fare in questo momento.

Che segnale diamo ai mercati finanziari? Il messaggio che si lancia, infatti, è quello di uno Stato che, avendo esaurito tutte le cartucce a sua disposizione e sentendosi isolato se non assediato dalle pressioni europee, chiede ai propri cittadini un sacrificio per colmare i forzieri vuoti del Tesoro, contando su una non meglio definita “generosità” da parte dei contribuenti.

E i mercati, si sa, non sono dei buoni samaritani e puniscono gli Stati che non danno garanzie di solidità sulle proprie finanze pubbliche.

Il risparmio degli italiani, incentivati a mantenere il titolo fino alla scadenza, diverrebbe “illiquido” (per quanto aumentato rispetto alle emissioni precedenti, il premio inferiore all’1% può essere una remunerazione adeguata?).

Le banche possono non essere “simpatiche” a nessuno, ma immobilizzando capitali si aggrava la crisi che già le attanaglia e viene assorbita la liquidità necessaria per le loro operazioni correnti (anche quelle “garantite” dagli ultimi decreti governativi a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese).

Proprio il premio fedeltà rappresenta poi un costo implicito del BTP-Italia: porta infatti un ulteriore aggravio di interessi sul debito.

Ancora convinto che sia davvero un affare questo BTP-Italia?

Tutte le imprese italiane, da quelle più grandi, passando per le piccole e medie, e arrivando ai commercianti, ai bar e ristoranti, sono state colpite da questa crisi improvvisa e imprevista.

Il ricavato del BTP-Italia finirà nel “calderone” dei conti pubblici e coprirà innanzitutto l’extra-deficit delle spese già sostenute e non è detto che andrà anche a finanziare la crescita futura e le imprese.

Non dico certo che allora conviene lasciare i nostri risparmi sui conti correnti, tutt’altro!

Molto meglio però investire sul progresso e sulla crescita piuttosto che andare a finanziare spese già sostenute; tra l’altro a un debitore non proprio solidissimo….

Esistono soluzioni e strumenti di investimento molto più immediati, efficienti ed efficaci per sostenere le nostre imprese e farle ripartire.

Risollevando, insieme a loro, anche tutto il sistema economico italiano.