Il titolo del post è certamente una provocazione.

Dopo anni di oscillazioni molto contenute (salvo qualche eccezione) e mercati comunque orientati al rialzo, la crisi pandemica ha riportato in auge la volatilità.

Niente di nuovo per chi opera quotidianamente sui mercati, anche se ci eravamo abituati forse troppo bene a vedere i su e giù delle quotazioni ridotti ai minimi termini.

Molto del “merito” era dovuto all’anestesia iniettata dalle Banche Centrali.

Dopo l’enorme drawdown durato un mese e terminato a fine marzo, il rimbalzo annunciato qualche settimana fa è arrivato. Gli interventi della FED per rimediare alla carenza di liquidità sono stati l’arma decisiva. Negli ultimi tempi i mercati finanziari sembrano essere in crescita e ottimisti per il futuro (eccessivamente? siamo forse passati dalla paura di perdere alla paura di “perdere” il rimbalzo?). Questa tendenza sarà sostenibile? 

Il dilemma in questo momento è: quale fattore bisogna prendere in considerazione nella costruzione dell’asset allocation? Dovrà essere l’economia reale (bearish) o la azioni intraprese da governi e banche centrali (bullish)? La risposta non è facile, entrambi i fattori sono molto forti e sarà come navigare tra «Scilla e Cariddi».

Molto probabilmente proprio la volatilità è destinata ad accompagnarci nelle prossime settimane: ogni notizia macroeconomica, ogni decisione politica e ogni pubblicazione di utili aziendali impatterà decisamente sui mercati finanziari sia in senso positivo che negativo.

Come possiamo affrontare (anche approfittandone) questo periodo?

Di due strategie abbiamo già parlato:

  • Una è l’ingresso graduale per “mediare” i prezzi di acquisto.

  • L’altra è il buy&hold, l’approccio da “cassettista”, anche entrando direttamente nella gestione delle aziende, che rimane nel lungo termine la modalità di investimento più remunerativa.

  • Un’altra modalità efficiente è quella di affidarsi completamente alla competenza di gestori esperti, lasciando loro la libertà di scegliere quali mercati e aziende selezionare e quando farlo, senza necessariamente vincolarli ad un benchmark, ad un parametro troppo “rigido”.

Proprio di questo parleremo giovedì 7 maggio alle ore 17 durante il webinar “Asset allocation attiva per affrontare la volatilità dei mercati”.

E’ come sempre richiesta la registrazione al meeting cliccando direttamente sull’invito o sul pulsante qui sotto.

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