Non ho paura del virus. Nel momento in cui nasciamo, la vita ci mette davanti a dei rischi che dobbiamo affrontare. Il rischio di oggi si chiama Coronavirus e io lo vivo con la stessa preoccupazione di quando esco di casa e attraverso la strada. Adottando i giusti comportamenti credo che si possa tornare alla normalità“.

Queste le parole della maestra Francesca Sivieri che ha fatto scalpore affermando “Basta scuse, torniamo in cattedra”.

Allo stesso modo sono convinto nell’affermare “Basta scuse, torniamo ad investire”!

Sì perché la stragrande maggioranza degli investitori è ancora “bloccata” dalla paura.

Dei 1.500 miliardi di euro congelati sui conti correnti ho parlato QUI, così come dell’abitudine degli italiani di sottoscrivere titoli di Stato nostrani, anche quando rendono poco o nulla (approfondisci QUI).

Diciamoci la verità, entrambe queste soluzioni hanno ben poco a che vedere con un vero e proprio investimento.

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Quando parlo di “investire” mi riferisco infatti a puntare al progresso, alla crescita delle imprese e dei servizi. In generale alla crescita della nostra società.

Crescita che, anche tra qualche alto e basso temporaneo, è costante da… beh, da sempre!

Nel ventesimo secolo, gli Stati Uniti hanno subito due guerre mondiali e altri conflitti militari traumatici e costosi; la Depressione; una dozzina di recessioni e periodi di panico finanziario; shock petroliferi; una epidemia di influenza; e le dimissioni di un presidente caduto in disgrazia. Eppure il Dow Jones è salito da 66 a 11.497”.
(Warren Buffett)

Per inciso, lo stesso indice (che racchiude le principali aziende americane) è arrivato qualche giorno fa a sfiorare i 30.000 punti!

Questo dopo aver subito l’attacco terroristico più grave della storia, una crisi finanziaria pesantissima e una pandemia globale che ha fatto sprofondare in recessione ogni nazione!

Eppure il mondo non soltanto continua, ma progredisce; magari con modalità differenti, trova sempre la via per crescere.

Come puoi investire sul progresso?

Investendo nel mercato azionario.

Facciamo però un passo indietro: cos’è un’azione?

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Col termine azione si definisce un titolo che rappresenta una quota della proprietà di una società: se dunque un azionista possiede anche solo un’azione, può essere considerato socio di una società per azioni.
Le azioni rappresentano una quota del capitale di una data società, pertanto quando si acquista un’azione si diventa soci della società emittente, con tutti i privilegi e i rischi derivanti. Le obbligazioni, invece, rappresentano una quota del capitale prestato ad una società, quindi sottoscrivendo obbligazioni non si acquisisce lo status di socio ma quello di creditore verso la società emittente.

Investire in azioni è piuttosto semplice: si possono infatti acquistare

  • singoli titoli di una società;

  • quote di etf, strumenti che replicano un paniere di azioni, tipicamente un indice di mercato (il FTSE MIB, lo S&P 500, il Nasdaq, ecc);

  • quote di fondi comuni di investimento, ossia un patrimonio autonomo, suddiviso in quote di pertinenza di una pluralità di partecipanti, che viene gestito collettivamente e nello stesso modo per tutti i partecipanti. L’investimento in fondi si effettua pertanto acquistando un certo quantitativo di quote, il cui valore varia in funzione dell’andamento degli investimenti nei quali è impiegato il patrimonio del fondo. In altri termini la società che gestisce il fondo comune d’investimento, chiamata società di gestione del risparmio, raccoglie le quote tra gli investitori e investe in modo unitario queste somme in determinate categorie di attività finanziarie, come ad esempio le azioni. Attuando quindi quei principi di diversificazione che spesso un piccolo azionista non riesce a raggiungere da solo.

Chiaramente lo “strumento” è importante: molto spesso si tende ad investire in aziende che si conoscano; o meglio, che pensiamo di conoscere solo perché leggiamo quotidianamente il loro nome su internet.

E questo porta a concentrare i nostri investimenti su poche azioni, spesso solo azioni italiane…e addio diversificazione!

Ancora più importante dello strumento è però il nostro comportamento.

Soprattutto il nostro comportamento quando si verificano eventi “inaspettati” (o meglio, che noi non ci aspettavamo).

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Gli investimenti azionari sono senza dubbio i più remunerativi. Devi però prendere tutto il “pacchetto”! Cioè accettare le oscillazioni che in certi momenti possono essere piuttosto fastidiose. E’ questo il vero “prezzo” da pagare per quel rendimento maggiore rispetto al lasciare i soldi a dormire sul conto corrente.

E devi essere paziente!  “Se non sei disposto a possedere un’azione per dieci anni, non pensare nemmeno di possederla per dieci minuti”, dice il nostro amico Buffett.

Molti investitori invece acquistano azioni per speculare, per “giocare in borsa”; diventando così ossessionati dai prezzi, controllandoli costantemente per vedere se i loro soldi stiano aumentando o meno.

Ed è proprio l’eccessiva attenzione alle fluttuazioni del mercato che fa fare scelte sbagliate.

La volatilità è una caratteristica presente in tutti i mercati sani ed è anche la componente che consente ai mercati finanziari di offrire rendimenti nel tempo. I mercati salgono e scendono, ma la loro tendenza di lungo periodo è storicamente crescente (le fasi rialziste dei mercati storicamente sono più lunghe e più redditizie).

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Bisogna quindi evitare di farsi prendere dal panico o dall’avidità al fine di preservare al meglio il nostro investimento e non intaccare la nostra strategia di lungo periodo. L’eccessiva attenzione alle fluttuazioni quotidiane del mercato rischia di portare a vendere quando i prezzi sono già oltremodo scesi e comprare tardi, quando i prezzi sono troppo alti.

Un modo per gestire al meglio l’emotività è ricorrere a strategie di investimento non discrezionali, che prevedano un approccio graduale e sistematico ai mercati. L’automatismo consente di superare tentazioni quali il market timing. Il PAC (piano di accumulo di capitale) si adatta soprattutto a chi intende costruire gradualmente nel tempo una corretta diversificazione dei propri investimenti.

Il piano di accumulo aiuta a perseguire gli obiettivi d’investimento con metodo e sistematicità.

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Il PAC permette infatti di entrare sul mercato con innesti periodici frazionati nel tempo. L’investitore può liberamente scegliere la durata e la cifra da accantonare in funzione all’obiettivo che si è posto. E la sua efficacia è massima quando la struttura del piano prevede versamenti automatizzati.

Investire regolarmente e con sistematicità, anche durante fasi sfavorevoli dei mercati, offre infatti il vantaggio di abbassare il prezzo medio di carico.

E ci toglie dall’angoscia di chiederci “è il momento giusto per investire?” e dalla presunzione di fare previsioni che, soprattutto in finanza, lasciano davvero il tempo che trovano.

Un esempio concreto? Quello che è successo a chi ha investito sulle azioni europee nel 2020.

Chi ha investito 8.000 Euro il primo di gennaio sull’indice Eurostoxx 50 (che racchiude le principali 50 società europee), il 31 agosto si ritrova con un valore del suo investimento pari a 6.984 Euro, con un calo di oltre il 12%.

Chi ha invece investito in modo graduale 1.000 Euro ogni primo giorno del mese, ha investito complessivamente sempre gli stessi 8.000 Euro, ma il valore del suo investimento oggi è pari a 8.137 Euro, con un guadagno di quasi 2 punti percentuali.

Stesso indice, ma modalità diverse. E risultato molto diverso…da -12% a +2%

Ed è possibile migliorare ulteriormente l’efficenza del metodo cogliendo ancor più valore dalle oscillazioni dei mercati.

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