Nascita e sviluppo del mercato del Venture Capital

Molti esperti fanno coincidere la data di nascita del Venture Capital con la fondazione, nel 1946, della società American Research and Development Corporation (ARDC) di Georges Doriot. Si tratta di una delle prime società di Venture Capital che ha avuto un ruolo significativo nello sviluppo dell’industria tecnologica, fornendo finanziamenti a numerose aziende emergenti.

Nel corso degli anni ’60 e ’70 il Venture Capital è diventato un settore sempre più rilevante negli USA. Il centro di innovazione tecnologica e finanziaria più importante si è sviluppato nella Silicon Valley in California, dove ha sperimentato un vero e proprio boom durante i due decenni successivi. L’avvento dei personal computer e l’espansione di Internet hanno aperto nuove opportunità di investimento; startup come Apple, Microsoft, Intel e molte altre sono cresciute grazie al sostegno ricevuto.

Dopo il crollo della bolla del Dot-com nel 2000, originata da investimenti irrazionali in aziende Internet senza un modello di business sostenibile, il settore si è ripreso e ha continuato a crescere, spingendosi oltre i confini americani. È diventato così un fenomeno globale che interessa tutti i continenti, in modo particolare Paesi emergenti che hanno sviluppato e ampliato il proprio ecosistema di startup e investitori.

Nel contesto attuale il Venture Capital ha continuato a crescere e adattarsi alle nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale, la biotecnologia e le energie rinnovabili. L’interesse per l’innovazione tecnologica ha portato a un aumento degli investimenti in startup in diverse industrie.

Dimensioni e rendimenti dell’asset class

Il Venture Capital fa parte del settore più ampio del Private Equity, che comprende una vasta gamma di attività di investimento in cui il capitale viene investito in imprese non quotate, al fine di acquisire una partecipazione azionaria o una quota di proprietà. Il settore ha registrato un incremento nella raccolta di fondi e una crescita dei rendimenti nel periodo compreso tra il 2008, anno della crisi finanziaria e conseguente recessione dell’economia globale, e il 2022.

Le masse relative al Venture Capital si attestano a 2.5 trilioni $ nel 2022 (dati aggiornati al 30 settembre). I rendimenti dell’asset class a lungo termine sono rimasti robusti e resistenti: l’IRR (Internal Rate of Return) netto mediano delle annate dei fondi di Venture Capital (2009-2019) è del 23,1%. Nella fascia alta dei migliori fondi, la performance dell’asset class è stata di spicco, con i fondi del quartile superiore che hanno prodotto un IRR netto del 33,8%.

Il Venture Capital in Italia

In Italia il Venture Capital svolge un ruolo fondamentale nell’innovazione e nella crescita economica, fornendo risorse finanziarie e supporto a imprese promettenti che potrebbero non essere in grado di ottenere finanziamenti in altre modalità. Nel corso degli ultimi anni si è registrato un aumento dell’attenzione e degli investimenti, specie nel settore delle startup tecnologiche e innovative.

Gli investitori di Venture Capital offrono, insieme ai finanziamenti, anche consulenza strategica, mentoring, networking e supporto manageriale alle startup, aiutandole nel percorso di crescita e nell’adozione di pratiche aziendali migliori. Le dotazioni di capitale alle startup e alle imprese emergenti ad elevato potenziale di crescita, difficilmente reperibile attraverso il canale bancario tradizionale, consentono lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi.

Gli investitori di Venture Capital giocano un ruolo chiave nella creazione di un ecosistema imprenditoriale, contribuendo a stimolare la creazione di nuove imprese e posti di lavoro nel nostro Paese.

Diversificazione e incentivi fiscali del Venture Capital per gli investitori privati

Il Venture Capital rappresenta da tempo un’asset class selezionata da soggetti istituzionali nei propri portafogli, come fondi pensione o compagnie assicurative e fondazioni. Gli investitori istituzionali hanno accesso a grandi risorse finanziarie e spesso hanno una visione di investimento a lungo termine. Investire in Venture Capital può far parte della loro strategia per diversificare il portafoglio di investimenti e ottenere rendimenti potenzialmente superiori nel lungo periodo.

Quando una startup ha successo e si espande può diventare un’opportunità redditizia per gli investitori di Venture Capital che avevano precedentemente acquistato una quota della società. L’uscita può avvenire tramite l’acquisizione dell’azienda da parte di una società più grande o tramite la quotazione in borsa (IPO).

L’accesso all’asset class è possibile in Italia anche attraverso la sottoscrizione di fondi dedicati. Le novità regolamentari introdotte recentemente hanno ampliato le opportunità di investimento per i risparmiatori retail grazie alla riduzione dell’investimento minimo da 500.000 € a importi minori. Ciò consente a un numero maggiore di soggetti potenzialmente interessati di valutare il Venture Capital come nuova asset class da inserire nei propri portafogli, nel rispetto della normativa vigente e dopoun’attenta valutazione della propria propensione al rischio*.

L’orizzonte temporale per un investimento di Venture Capital è quello di lungo termine, con una durata di diversi anni. Attraverso questa tipologia di investimento si accede a nuove opportunità che potrebbero non essere disponibili attraverso i mercati pubblici. In Italia sono stati introdotti incentivi fiscali al fine di promuovere investimenti destinati all’innovazione e alla creazione di nuove imprese.

*Nel gennaio 2020 è stato lanciato il fondo chiuso non riservato di diritto italiano Italia 500 istituito da Azimut Libera Impresa SGR e delega di gestione a P101 SGR S.p.A. con un importo minimo di sottoscrizione di 5.000 € sia per la clientela retail sia per la clientela professionale. Si segnala che il fondo è chiuso al collocamento.

Fonti
*McKinsey Global Private Market Review 2023.