Siamo tutti così preoccupati della patrimoniale del Governo che non ci siamo accorti che di imposte e altri balzelli sul patrimonio ne abbiamo già in abbondanza!

Mi ero ripromesso di non cadere anch’io sulla patrimoniale perché non è il massimo far leva sulla paura per portare le persone ad intraprendere comportamenti più efficienti.

Nelle ultime settimane però, insieme a quelle sull’aumento delle imposte di successione, le domande sulla patrimoniale sono le più ricorrenti, oltre che uno degli argomenti più ricercati sui motori di ricerca.

Patrimoniale: la mettono?

Sui conti correnti da quale cifra?

Su quali altri investimenti?

Il primo dato certo è che abbiamo un mare di debito pubblico (oltre 2.600 miliardi di Euro) in costante aumento.

E se è vero che con il Recovery Plan non dovremmo avere problemi di liquidità nell’immediato, vedremo tuttavia crescere ulteriormente il nostro deficit.

In questo momento fare debito è ammesso e dovuto, altrimenti dove si prendono i soldi?

Sono parole dell’ex ministro Elsa Fornero che poi però aggiunge che “sarebbe onesto introdurre una patrimoniale per non addossare tutto il problema alle generazioni future (quando prima o poi il debito dovrà essere ripagato) anche se molto difficilmente qualche partito può pensare di proporla”.

E più o meno lo stesso suggerimento ci è arrivato anche dal Fondo Monetario Internazionale.

Il problema di dover abbassare il debito presto o tardi verrà affrontato e andare a toccare i risparmi delle persone (e delle imprese) è senza dubbio la strada più semplice e immediata.

Oltre al fatto che un governo tecnico come quello attuale a cui dare la colpa toglierebbe la responsabilità ai partiti…(si vedano le patrimoniali più famose che tutti ancora ricordiamo: Amato e Monti, due tecnici appunto).

Su quali investimenti, sul quali conti correnti e su quali cifre e percentuali è ancora impossibile prevederlo.

Certo è che i 2.000 miliardi depositati sui conti correnti italiani sono una preda facile e pronta ad essere aggredita….

Non dimentichiamo però che imposte patrimoniali su immobili e investimenti ci sono già da parecchi anni.

E per quel che riguarda i conti correnti è concreto soprattutto il rischio di due patrimoniali più o meno nascoste: 

  • l’inflazione, che sta ritornando ad essere un fattore soprattutto per l’aumento delle materie prime e
  • i costi che ormai quasi tutte le banche stanno iniziando ad applicare alla liquidità dormiente sui conti correnti.

Qualche esempio?

Fineco minaccia di chiudere i conti superiori ai 100 mila Euro; altre banche, pur non minacciando la chiusura vera e propria dei conti, si stanno muovendo con l’obiettivo di disincentivare il risparmio: Bnl si appresta ad addebitare 1.000 Euro ogni trimestre alle giacenze superiori al milione di Euro, Unicredit è decisa ad introdurre una commissione di giacenza (0,50%) per importi superiori ai 100 mila Euro sui conti aziendali e di partite IVA, Bper è pronta a minare i conti di nuova apertura di imprese e partite Iva superiori ai 100 mila Euro con una rilevante commissione di liquidità, Banco Bpm – infine – ragiona su un sistema di commissioni proporzionali alle cifre depositate (fonte corriere.it)

E all’estero? Germania e Francia hanno da tempo adottato tassi negativi sulle giacenze superiori ai 100 mila Euro: una misura che in Italia non è applicabile direttamente, ma aumentando i costi sulla giacenza si ottiene lo stesso risultato

D’altra parte, coi tassi d’interesse negativi, le banche non hanno alternative per far quadrare i bilanci.

Perciò attenzione perché anche senza quella che potrà mettere Draghi, la patrimoniale sui conti c’è già o arriverà tra pochissimo!

Quali soluzioni adottare allora?

  • dividere gli importi in conti correnti o conti deposito di diverse banche: la via più semplice ma che non è detto che risolva definitivamente il problema;
  • mettersi nell’ordine di idee di investire, almeno in parte e gradualmente, a medio (o lungo) termine: comporta senza dubbio un “impegno”, anche mentale, diverso, ma sicuramente anche le soddisfazioni saranno maggiori;
  • investire nella cosiddetta economia reale, cioè direttamente nelle piccole e medie aziende, che sono l’ossatura della nostra economia: finanziando la loro crescita possiamo creare le condizioni per una reale e solida ripresa del nostro Paese: l’unica concreta possibilità per allontanare la necessità di una patrimoniale per abbassare il debito pubblico.

Vi sarebbe anche la soluzione proposta dallo Stato (giusto per aumentare ancora un po’ la voragine del debito): un bel BTP Futura con un rendimento medio inferiore all’1,5% (lordo) e scadenza nel 2037!

Chiedo scusa, però questa non mi sento proprio di consigliarla…