Il ciclo di vita finanziario
Ogni fase della vita porta con sé sogni e sfide.
A vent’anni sono l’istruzione, l’indipendenza e il trovare un lavoro.
A trenta l’evolversi della carriera, le relazioni sentimentali, il comprare casa e forse il costruire una famiglia.
A quaranta e cinquanta i problemi finanziari cominciano a incombere maggiormente: l’istruzione dei figli, la cura dei genitori anziani, il divorzio e la fine dell’attività lavorativa.
A sessanta le domande sorgono su “quando” andare in pensione e su “come” gestire i prelievi dal proprio patrimonio.
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È chiaro pertanto che ogni fase della vita ha esigenze, orizzonti temporali e obiettivi molto diversi che devono essere gestiti in maniera diversa anche dal punto di vista finanziario e degli investimenti.
Le donne devono fronteggiare ulteriori sfide: spesso hanno guadagnato meno durante la loro carriera rispetto agli uomini e hanno lacune nella loro storia professionale a causa delle cure prestate a figli e anziani.
E la realtà è che le donne tendono a vivere più a lungo degli uomini.
Conseguentemente le donne hanno bisogno di pianificare un periodo di pensionamento più lungo: per fare ciò devono trarre vantaggio dal risparmio e dalle opportunità di investimento mentre ancora lavorano.
E QUINDI? CHE FARE?
Per affrontare al meglio i diversi cicli, anche finanziari, di vita, ci viene in aiuto la Pianificazione Finanziaria , il metodo che ci aiuta a gestire le nostre finanze in base agli obiettivi e alle esigenze che ogni fase della vita porta con sé.
Il Royal Baby farà ancora impennare le Borse?
Può un evento di cronaca apparentemente privo di connotazioni economiche avere in realtà conseguenze di rilievo sull’economia? Secondo alcuni osservatori parrebbe proprio di sì.
L’attesa della nascita del figlio del principe William e Kate Middleton – Duchessa di Cambridge – ha infatti generato un’impennata delle vendite al dettaglio in tutta la Gran Bretagna e non manca chi fa notare che questo evento potrebbe determinare l’inizio di un trend azionario rialzista pluriennale.
Per gli amanti delle statistiche si può infatti osservare che l’indice FT 30 predecessore del FTSE 100 è cresciuto del 6,5% all’anno nei 20 anni successivi alla nascita del Principe Carlo, mentre la crescita è stata del 12% all’anno nei 18 anni successivi alla nascita del Principe William. Negli stessi periodi anche il ben più noto S&P 500, che fa invece riferimento alle maggiori società statunitensi, ha registrato solidi trend di crescita, dell’8% e del 15% all’anno rispettivamente.
Ma davvero la nascita di George Alexander Louis, il nuovo membro della famiglia reale, potrebbe rappresentare l’inizio di un rally azionario? Il Centre for Retail Research (CRR), centro di ricerca specializzato nell’analisi delle vendite al dettaglio di beni e servizi, stima che i gadget legati alla nascita dell’erede al trono come i pupazzi e i ciucci per bambini con la bandiera britannica, hanno registrato vendite record. L’impatto della nascita avrebbe inoltre favorito un aumento delle vendite al dettaglio di libri, oggetti da collezione e specialmente alcolici. L’aumento di consumo di alcool per le celebrazioni della nascita ammonterebbe, secondo le stime di CRR, a 60 milioni di sterline, circa 70 milioni di Euro. Le vendite di carrozzine e passeggini sarebbero invece destinate ad aumentare del 13% nei 12 mesi successivi alla nascita. Anche il turismo non sarebbe immune dall’effetto “royal baby”, né mancano le offerte di alberghi e ristoranti che promettono di far sentire le clienti “come principesse”. Complessivamente l’impatto della nascita dell’erede al trono contribuirebbe all’economia, anche grazie a un aumento del turismo, per un totale di 240 milioni di Sterline, equivalenti a circa 280 milioni di Euro, secondo le stime di CRR. Tutto questo favorirebbe dunque le prospettive quantomeno di alcune società legate ai consumi.
Nicola Stafford, Gestore del FF Global Consumer Industries Fund di Fidelity Worldwide Investment, commenta le numerose opportunità di lungo periodo presenti nei settori legati ai consumi, che vanno ben oltre i gadget legati alla famiglia reale britannica:
“Il tema dei consumi globali rappresenta un’eccellente strategia di investimento che rivela tutto il suo potenziale con il trascorrere del tempo. I settori dei consumi di base e dei consumi discrezionali hanno infatti sovraperformato sia nel breve che nel lungo periodo grazie agli elevati rendimenti su base annua che le grandi società del settore sono in grado di generare. Queste imprese operano sui mercati globali attraverso marchi commerciali consolidati e apprezzati, che consentono loro di beneficiare di una fidelizzazione elevata presso la clientela dei mercati sviluppati e una forte connotazione di prestigio in quelli emergenti.
Gran parte del potenziale insito nei settori legati ai consumi è poi legato allo sviluppo demografico, che produrrà un aumento strutturale del numero di consumatori, in particolare nei Paesi emergenti, nell’arco del prossimo decennio. Il fatto che una quota crescente della popolazione mondiale sarà in grado di spendere di più per soddisfare le proprie esigenze nei prossimi vent’anni favorirà infatti un’ampia gamma di imprese.
Risultano favoriti da questi fenomeni oltre ai grandi marchi globali anche i marchi che partendo da una forte presenza locale hanno le caratteristiche necessarie per diventare i leader di domani”
Che ne pensi? Ti interessa sapere come approfittare della crescita che ci aspetta?