Tratta la tua "forma" finanziaria come la tua forma fisica

Come la salute fisica, la salute finanziaria è la chiave per condurre una vita felice e di successo. La creazione di un presente finanziario solido non si limita ad alleviare lo stress attuale: pone le basi per un futuro finanziario stabile e sicuro.

200410_Blog_FinancialHealthMatters_72.jpg

E se iniziassimo a trattare le nostre finanze nello stesso modo in cui ci siamo avvicinati alle nostre attività di fitness o sportive? Facendo cioè quello che possiamo, apportando dei cambiamenti quando ne abbiamo bisogno e, lentamente, rafforzandoci e migliorandoci.

Frequento da alcuni anni una palestra di Crossfit e gli istruttori ci ricordano sempre che ogni esercizio include una “opzione scalata” (scalata in questo caso significa a basso impatto) per le persone che vogliono un allenamento modificato che tuttavia, come gli allenatori ricordano a tutti, è sempre un allenamento.

Solo perché stiamo facendo passi laterali invece di saltare, o squat invece di burpees, non significa che non stiamo aumentando la nostra forma fisica. Fare ciò che possiamo è comunque un ottimo modo per migliorare la nostra salute generale.

Ecco, ritengo che dovremmo trattare le nostre finanze allo stesso modo. Applicando il concetto di “scalato” del CrossFit (ovvero di adattare i nostri allenamenti in base alle nostre capacità) al modo in cui gestiamo il denaro.

f432cc0959f2df87dfc7173d582ebba1.jpg

In altre parole: non tutti noi saremo in grado di accantonare il 15-20% del nostro reddito per la pensione, come raccomandato dai libri di finanza. Ciò non significa che dovremmo rinunciare del tutto al risparmio. Non lasciamoci fermare da questi presupposti.

Sarebbe come non andare a giocare a calcetto con gli amici perché non giochiamo in serie A!

Rimaniamo onesti sulle nostre capacità e sui nostri limiti. Possiamo comunque lavorare per migliorare la nostra “salute finanziaria” al nostro ritmo, anche se ci stiamo muovendo più lentamente di altri.

Oltre al fatto che questa situazione dovrebbe innescare idee più creative su come risparmiare qualcosa in più.

Dopo essermi rotto il menisco un paio d’anni fa, sapevo che i miei allenamenti sarebbero stati drasticamente diversi da quelli dei miei compagni. Ma il fatto di non poter fare un allenamento “completo” (rx nel gergo del crossfit) non mi ha fermato. Sapevo di dover essere concentrato sulla mia riabilitazione e sul mio rafforzamento piuttosto che rinunciare perché non potevo svolgere un allenamento uguale  ai miei compagni.

665382286134dd9b62b1d6c3e521bb09.jpg

Perché il “ridimensionamento”, come hanno scoperto molti Crossfitter, funziona comunque. Fai quello che puoi oggi, fai quello che puoi il giorno dopo e col tempo migliorerai.

Quindi, se pensi di non poter raggiungere subito l’obiettivo finanziario che desideri, chiediti quale potrebbe essere la versione “scalata” di tale obiettivo.

E seguilo!
Perché l’unica cosa che non dovresti fare quando tratti la finanza come il fitness è lasciare perdere o rimandare a domani.

Vuoi sapere a che punto è la tua salute finanziaria?

Senti il bisogno dell’aiuto di un “allenatore” personale per le tue finanze, contattami!


Chi è il nuovo compratore sui mercati?

Si è concluso con enorme successo il collocamento del nuovo BTP-Italia a sostegno della crisi causata dal Covid.

Anche se rimango dubbioso sulla “bontà” della soluzione in termini di efficacia per la nostra economia (ne ho parlato qui), ancora una volta i risparmiatori si sono dimostrati pronti.

Ulteriore conferma che sono soprattutto gli investitori “privati” che nelle ultime settimane stanno sostenendo i mercati finanziari.

Certamente le Banche Centrali hanno avuto un peso determinante immettendo una liquidità straordinaria ma, con gli hedge fund che sono rimasti alla finestra durante questa crisi, è il cosiddetto investitore retail che sta difendendo il mercato. I più fragili sono usciti spaventati in marzo, ma gli altri hanno resistito, aiutati dalla relativa semplicità di questa crisi così simile a una catastrofe naturale che fa tanti danni, certo, ma poi se ne va. E a dare manforte a chi ha resistito hanno cominciato ad arrivare quelli che erano restati ai margini dell’ultima parte del grande rialzo e aspettavano una nuova occasione.

Vale ancora la pena comprare o rimanere investiti? La risposta è positiva, soprattutto perché i tassi di interessi sono molto bassi e continueranno a scendere: non parliamo qui solo dei tassi di policy ma anche del Quantitative Easing, sapendo che ogni trilione di Qe equivale grosso modo a un punto di ribasso dei tassi.

Quanto all’ampiezza del possibile recupero, qui sì, è meglio essere prudenti. Borse vicine ai massimi storici in un anno terribile richiedono nei prossimi mesi molte conferme sia sul piano della salute pubblica sia su quello dell’economia. Se queste conferme arriveranno, già il prossimo anno potremo anche parlare di nuovi massimi.

Ovviamente è importante saper selezionare bene i i titoli, i mercati e i settori su cui conviene investire.

AZ DEM2 - FARETE 25 maggio 2020 copia.png

Qualche idea potremo trovarla nel corso del webinar di Confindustria Emilia in programma lunedì 25 maggio alle ore 17.30, durante il quale la parte relativa alle migliori prospettive per i nostri investimenti sarà curata da Azimut Capital Management, che ci porterà direttamente da Shanghai una testimonianza della rinascita cinese.

Registrati al webinar

E per qualsiasi approfondimento, dubbio o necessità…contattami!


Il Decalogo del Buon Investitore. Capitolo 8: non fermarsi davanti agli scogli

Passo dopo passo. Non conosco altra maniera per raggiungere i successi”, dice Michael Jordan.

In finanza esiste un metodo molto semplice per perseguire i propri obiettivi con sistematicità: il Piano di Accumulo (PAC).

Questo il contenuto dell’ottavo capitolo del Decalogo del buon investitore.

Puoi scaricare l’ottavo documento e l’ottavo video, “Non fermarsi davanti agli scogli“, oppure leggerlo e guardarlo qui sotto.

Buona lettura e buona visione!

Guarda il video

Il Decalogo del Buon Investitore. Capitolo 9: una verifica prima di tutto

I nostri soldi meritano rispetto!

Quando versiamo soldi sul conto corrente, la Banca ne diviene proprietaria.

Per quanto li sentiamo “nostri”, noi acquisiamo soltanto un credito nei confronti della Banca.

La scelta dell’intermediario a cui ciò affidiamo pertanto è fondamentale.

Questo il contenuto del nono capitolo del Decalogo del buon investitore.

Puoi scaricare il nono documento e il nono video, “Una verifica prima di tutto“, oppure leggerlo e guardarlo qui sotto.

Buona lettura e buona visione!

Guarda il video

Il Decalogo del Buon Investitore. Capitolo 10: un sostegno costante

Definire le priorità d’investimento è un processo meno semplice di quanto appaia.

Dominare le emozioni nelle fasi “critiche” dei mercati lo è ancora di più.

Il consulente finanziario rappresenta una valida e sicura guida nelle fasi di grande emotività per evitare di incorrere nell’errore di vanificare il lavoro di pianificazione, diversificazione e allocazione portato avanti nel tempo.

Questo il contenuto del decimo capitolo del Decalogo del buon investitore.

Puoi scaricare il decimo documento e il decimo video, “Un sostegno costante“, oppure leggerlo e guardarlo qui sotto.

Buona lettura e buona visione!

guarda il video

BTP-Italia: perché sì e (soprattutto) perché no

E’ tutto pronto per il primo Btp-Italia anti pandemia che partirà il prossimo 18 maggio.

Lo strumento di investimento è pensato in primis per i piccoli risparmiatori e i fondi raccolti serviranno alla copertura delle spese legate all’emergenza Covid-19 che lo Stato ha finanziato in deficit.

La durata del nuovo Btp-Italia sarà di cinque anni e il premio fedeltà per i clienti che acquistano il titolo in fase di emissione e lo tengono fino alla scadenza sarà dell’8 per mille sul valore nominale dell’investimento.

Pagherà cedole semestrali indicizzate al Foi (l’indice Istat dei prezzi al consumo), con un tasso reale annuo minimo garantito (che verrà comunicato il 15 maggio) a cui si aggiunge il recupero dell’inflazione maturata nel semestre.

Il rendimento del titolo sconterà l’abituale tassazione prevista per i titoli di Stato con aliquota del 12,5%.

Il rimborso avverrà alla scadenza nel 2025.

Presentazione standard1.png

Fin qui tutto bene…o forse no?

Anche se il nuovo BTP-Italia non è destinato esclusivamente ai cittadini italiani (come invece auspicavano alcuni esponenti politici), il piccolo risparmiatore retail è senza dubbio l’obiettivo principale di questa emissione.

E non è detto che sia una buona idea: vediamo perché.

La proposta che gli italiani possano portare “l’oro alla patria” è probabilmente quanto di peggio si possa fare in questo momento.

Che segnale diamo ai mercati finanziari? Il messaggio che si lancia, infatti, è quello di uno Stato che, avendo esaurito tutte le cartucce a sua disposizione e sentendosi isolato se non assediato dalle pressioni europee, chiede ai propri cittadini un sacrificio per colmare i forzieri vuoti del Tesoro, contando su una non meglio definita “generosità” da parte dei contribuenti.

E i mercati, si sa, non sono dei buoni samaritani e puniscono gli Stati che non danno garanzie di solidità sulle proprie finanze pubbliche.

Il risparmio degli italiani, incentivati a mantenere il titolo fino alla scadenza, diverrebbe “illiquido” (per quanto aumentato rispetto alle emissioni precedenti, il premio inferiore all’1% può essere una remunerazione adeguata?).

Le banche possono non essere “simpatiche” a nessuno, ma immobilizzando capitali si aggrava la crisi che già le attanaglia e viene assorbita la liquidità necessaria per le loro operazioni correnti (anche quelle “garantite” dagli ultimi decreti governativi a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese).

Proprio il premio fedeltà rappresenta poi un costo implicito del BTP-Italia: porta infatti un ulteriore aggravio di interessi sul debito.

Ancora convinto che sia davvero un affare questo BTP-Italia?

Tutte le imprese italiane, da quelle più grandi, passando per le piccole e medie, e arrivando ai commercianti, ai bar e ristoranti, sono state colpite da questa crisi improvvisa e imprevista.

Il ricavato del BTP-Italia finirà nel “calderone” dei conti pubblici e coprirà innanzitutto l’extra-deficit delle spese già sostenute e non è detto che andrà anche a finanziare la crescita futura e le imprese.

Non dico certo che allora conviene lasciare i nostri risparmi sui conti correnti, tutt’altro!

Molto meglio però investire sul progresso e sulla crescita piuttosto che andare a finanziare spese già sostenute; tra l’altro a un debitore non proprio solidissimo….

Esistono soluzioni e strumenti di investimento molto più immediati, efficienti ed efficaci per sostenere le nostre imprese e farle ripartire.

Risollevando, insieme a loro, anche tutto il sistema economico italiano.


Tra Scilla e Cariddi: Bentornata Volatilità!

Il titolo del post è certamente una provocazione.

Dopo anni di oscillazioni molto contenute (salvo qualche eccezione) e mercati comunque orientati al rialzo, la crisi pandemica ha riportato in auge la volatilità.

Niente di nuovo per chi opera quotidianamente sui mercati, anche se ci eravamo abituati forse troppo bene a vedere i su e giù delle quotazioni ridotti ai minimi termini.

Molto del “merito” era dovuto all’anestesia iniettata dalle Banche Centrali.

Dopo l’enorme drawdown durato un mese e terminato a fine marzo, il rimbalzo annunciato qualche settimana fa è arrivato. Gli interventi della FED per rimediare alla carenza di liquidità sono stati l’arma decisiva. Negli ultimi tempi i mercati finanziari sembrano essere in crescita e ottimisti per il futuro (eccessivamente? siamo forse passati dalla paura di perdere alla paura di “perdere” il rimbalzo?). Questa tendenza sarà sostenibile? 

Il dilemma in questo momento è: quale fattore bisogna prendere in considerazione nella costruzione dell’asset allocation? Dovrà essere l’economia reale (bearish) o la azioni intraprese da governi e banche centrali (bullish)? La risposta non è facile, entrambi i fattori sono molto forti e sarà come navigare tra «Scilla e Cariddi».

Molto probabilmente proprio la volatilità è destinata ad accompagnarci nelle prossime settimane: ogni notizia macroeconomica, ogni decisione politica e ogni pubblicazione di utili aziendali impatterà decisamente sui mercati finanziari sia in senso positivo che negativo.

Come possiamo affrontare (anche approfittandone) questo periodo?

Di due strategie abbiamo già parlato:

  • Una è l’ingresso graduale per “mediare” i prezzi di acquisto.

  • L’altra è il buy&hold, l’approccio da “cassettista”, anche entrando direttamente nella gestione delle aziende, che rimane nel lungo termine la modalità di investimento più remunerativa.

  • Un’altra modalità efficiente è quella di affidarsi completamente alla competenza di gestori esperti, lasciando loro la libertà di scegliere quali mercati e aziende selezionare e quando farlo, senza necessariamente vincolarli ad un benchmark, ad un parametro troppo “rigido”.

Proprio di questo parleremo giovedì 7 maggio alle ore 17 durante il webinar “Asset allocation attiva per affrontare la volatilità dei mercati”.

E’ come sempre richiesta la registrazione al meeting cliccando direttamente sull’invito o sul pulsante qui sotto.

RegistratiContattami

Chi sta cavalcando la quarantena?!

Questo lockdown ha messo in ginocchio quasi tutto.

Sì, “quasi”, perché ci sono alcune attività che invece stanno davvero cavalcando la quarantena!

E non mi riferisco solo ai siti di e-commerce o alle varie piattaforme di film e serie tv (non a caso Amazon e Netflix sono ai massimi storici in borsa!).

Parlo di due attività che “viviamo” più da vicino:

la prima è la produzione di pane e torte fatti in casa (nei supermercati non si trovano lievito e farina neanche a pagarli a peso d’oro): qualche gioia in effetti dobbiamo pur concedercela…

la seconda sono…i webinar! Ogni giorno abbiamo inviti a partecipare a questi incontri o conferenze online sui più svariati argomenti: dai tutorial sulla produzione appunto di dolci (giusto perché dovremo pur fare qualcosa con tutta la farina che abbiamo accumulato…) ai giochi (giuro, l’altra sera ho partecipato ad una tombola su Zoom insieme a mia figlia: neanche un ambo ma è stato lo stesso divertente!).

E poi ci sono i webinar su temi finanziari.

So che qualcuno rimpiange il poter assistere alle vecchie e care conferenze “dal vivo”…seduti stretti stretti su sedie scomode…soprattutto perché alla fine ci si poteva tuffare in quei meravigliosi buffet!

Oggi invece dobbiamo accontentarci di assistervi comodamente seduti sul divano (ovviamente mangiando una fetta della torta appena sfornata!)

Anche se leggere un buon libro è sicuramente la scelta migliore per passare il tempo, tra una conferenza stampa di Conte e l’intervista ad un “esperto” virologo, qualche webinar può essere comunque interessante.

Forse anch’io mi sono fatto prendere la mano, e questa settimana ne segnalo 3 (non però più di uno al giorno, eh?!?), giusto per ottimizzare gli ultimi giorni di quarantena:

Lunedì 27 alle 17 parleremo delle scelte per la sicurezza del patrimonio (https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_N1Kl9d_mS0-wXxWzYwlGiw)

Martedì 28 alle 17 approfondiremo le tutele che offre il fondo pensione (https://zoom.us/webinar/register/WN_jm3Gfi_eQeK0NYVYgrYJbg)

Mercoledì 29 alle 15 scopriremo le migliori opportunità di investimento che si nascondono in giro per il mondo (https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_aRE9c8L-RkO1fIB_nyGFXg)

Come sempre è necessario registrarsi cliccando sui link o sul pulsante negli inviti.

E comunque, tranquilli, gli incontri del vivo con “seguirà buffet” torneranno presto!


Il Decalogo del Buon Investitore. Capitolo 7: alla lunga il Toro vince

Rischio è sì possibilità di perdita ma anche importante occasione di guadagno.

Le fasi rialziste dei mercati storicamente sono più lunghe e più redditizie

Questo il contenuto del settimo capitolo del Decalogo del buon investitore.

Puoi scaricare il settimo documento e il settimo video, “Alla lunga il Toro vince“, oppure leggerlo e guardarlo qui sotto.

Buona lettura e buona visione!

 


Petrolio sotto zero, com'è possibile?

Il mondo si ritrova inondato di petrolio proprio quando ne ha meno bisogno.

9980-CS.jpg

Tutto è iniziato venerdì 6 marzo a Vienna durante il vertice Opec dei principali produttori mondiali di petrolio quando la Russia ha dichiarato di non essere d’accordo al taglio della produzione per sostenerne il prezzo.

Per tutta risposta, l’Arabia Saudita ha deciso di aumentare la produzione e abbassare il prezzo del greggio sotto i 30 dollari al barile (la settimana precedente quotava stabilmente sopra i 50 dollari).

Da quel momento i prezzi non hanno fatto che scendere.

Le motivazioni del crollo in realtà sono più di una, vediamo quelle principali.

  • Eccesso di offerta: come abbiamo detto alcuni grandi produttori non solo non hanno ridotto la produzione, ma, almeno in un primo momento, l’hanno addirittura aumentata.

Questo nonostante i costi di estrazione siano più alti di quello di vendita: in pratica producono in perdita (Russia e Paesi Arabi hanno riserve di denaro e oro immense e possono permetterselo).

  • Calo della domanda: lo scoppio della pandemia con le misure di lockdown e di blocco del trasporto aereo ha ridotto drasticamente la richiesta mondiale di petrolio da 100 a circa 70 milioni di barili al giorno.

    E ancora non si può quantificare con precisione quanto la recessione post Coviid 19 si protrarrà e di conseguenza per quanto tempo il consumo di petrolio sarà limitato.

  • Scorte eccessive: i magazzini di stoccaggio in tutto il mondo sono stracolmi e stanno velocemente arrivando al loro limite di capienza, soprattutto quelli americani.
    Nonostante questo, 20 mega-petroliere saudite stanno per arrivare nei porti USA.

    Possiamo immaginarle come 20 testate dirette in America come in un romanzo di Tom Clancy”, afferma John Kilduff, socio fondatore dell’hedge fund energetico di New York Again Capital.

oil_price_war_russia_arabia.jpg
  • Tensioni geopolitiche: la “guerra” sul petrolio è solo la punta dell’iceberg di un gioco di forza tra le varie superpotenze economiche mondiali.

Si va dal tutti contro tutti a complicate alleanze strategiche tra alcuni attori: l’Arabia vuole piegare la Russia alle decisioni dell’Opec; allo stesso tempo però hanno interesse comune a mantenere basso il prezzo per mettere in ginocchio i produttori di shale oil americani (che hanno costi di estrazione molto alti) con i Sauditi che dovrebbero inoltre proseguire i forti sconti ai compratori asiatici; la Russia fa leva sul petrolio per aumentare il suo “peso” politico in Libia e Siria; Trump non può permettersi di veder fallire qualche società in piena campagna elettorale ma non può nemmeno inimicarsi completamente Russia e Arabia nella sua “guerra” all’Iran.

Insomma il quadro è piuttosto complesso da decifrare.

rinnovabili-fossili-720x360.jpg
  • Volontà di mettere fuori gioco le energie alternative: anche in un mondo sempre più “green”, i combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) rappresentano ancora oltre l’80% delle fonti di energia mondiali.

    Con un costo medio di produzione delle fonti rinnovabili (eolico, solare, ecc) ben superiore ai 50 dollari, il rischio che queste ultime diventino sempre meno attraenti è certamente concreto, con buona pace degli Stati che spingono verso un’economia a zero emissioni.

unnamed.jpg
  • Speculazioni: andiamo un po’ sul tecnico, ma non si può non includere la speculazione tra i fattori principali che determinano il prezzo del petrolio.

Basti pensare che ogni giorno si vendono e comprano per davvero “solo” un’ottantina di milioni di barili di petrolio. Me nelle stesse 24 ore, sui mercati, ne passano virtualmente di mano circa un miliardo. E’ un trucco reso possibile dai derivati, ossia contratti in cui ci si accorda per una consegna futura ad un prezzo prestabilito. Se nel frattempo il valore scende sotto questo prezzo guadagna chi vende, viceversa guadagna chi compra. In realtà però questi contratti non si concludono mai con la consegna vera e propria (1.000 barili per ogni contratto). Si paga semplicemente la differenza, oppure si effettua quello che in gergo si chiama rollover. Vale a dire che il contratto che sta per scadere viene rinnovato con uno con scadenza più lontana.

Crude Oil WTI Chart.png

Questo è il punto di partenza per capire quello che sta accadendo sui mercati e perché lunedì scorso, tra l’incredulità generale, il prezzo del petrolio (o, meglio, non del barile “fisico”, ma di quei contratti derivati in scadenza) sia sceso sotto lo zero: e non di poco, toccando un valore negativo a -37,63 dollari/barile, in calo di oltre il 300%, seppur con scambi marginali. In pratica chi voleva disfarsi di un contratto in scadenza non ha trovato nessuno che volesse comprarlo. A questo punto il possessore del contratto, avrebbe dovuto ricevere per davvero tutto il petrolio acquistato con il derivato. Generalmente però chi fa queste operazioni non gestisce materialmente barili di petrolio e non ha gli spazi per immagazzinarlo. Si possono affittare, ma in questo momento i depositi di petrolio sono tutti pieni a causa del crollo della domanda provocato dal blocco delle attività produttive. I possessori di contratti futures sul petrolio si sono così trovati in una specie di trappola per topi. Ci sono entrati ma non potevano più uscirne senza perdere soldi. Due le opzioni: o accettare i barili pagando costi altissimi per tenerli fermi finché qualcuno non li compri, oppure pagare chi avrebbe dovuto consegnarglieli per tenerseli. Si paga per non ricevere quello che si è già acquistato e il prezzo diventa così negativo.

Come twitta Trump “E’ una roba finanziaria e durerà poco”; dello stesso avviso il Cremlino “Il pandemonio con i futures è assolutamente speculativo e non c’è bisogno di dipingerlo con tinte apocalittiche”.

Difficile prevedere cosa succederà nelle prossime settimane: molti Paesi produttori “minori” stanno spingendo per anticipare la riduzione delle estrazioni; nel frattempo il contratto WTI di giugno, il più attuale e quello che contiene la maggior parte del volume degli scambi, attualmente quota 14 dollari al barile e ciò permette di avere una misura più accurata dei prezzi.

Le prospettive migliorano considerevolmente per i contratti future del petrolio WTI per i mesi successivi: il contratto con scadenza marzo 2021, ad esempio, è scambiato a circa 30 dollari al barile.

Per i consumatori invece questa situazione può portare alcuni, limitati, vantaggi. Il primo è naturalmente il calo dei prezzi di benzina e gasolio. Ma non aspettiamoci meraviglie. Il prezzo della materia prima incide infatti appena per il 15-20% del prezzo finale. Anche se il petrolio costasse zero (e in Europa non è così) il risparmio sui poco più di 1,4 euro che costa un litro di benzina sarebbe nell’ordine di 15/20 centesimi. Il resto di quello che paghiamo al distributore finisce infatti in tasse (il 69% del prezzo) e in costi di raffinazione, trasporto e distribuzione. Un beneficio dovrebbe però farsi sentire presto anche su bollette di luce e soprattutto gas. I prezzi del metano sono infatti da sempre collegati a quelli del greggio e la produzione di elettricità italiana deriva per circa la metà da centrali a gas.